Volto santo di Lucca

Avete mai sentito parlare del Volto Santo di Lucca?

Io, prima di andare a Lucca e incontrare questo enorme Crocefisso (si, dico proprio di averlo incontrato), ne avevo sentito parlare molte volte: dai clienti qui e là; ma senza mai approfondire un granché l’argomento. Fatto sta che due anni fa, durante le vacanze in Toscana, abbiamo fatto tappa a Lucca e, senza neppure che mi ricordassi di questo crocefisso, mi ci sono praticamente ritrovata davanti! È custodito nella cattedrale di San Martino, protetto da una specie di tempio lavoratissimo; non mi viene in mente un altro modo di chiamare la struttura che lo protegge e ne esalta l’importanza.

Tra i trafori del tempio si può vedere il crocefisso (ma ahimè le foto vengono proprio bruttine) che stupisce subito per la sua dimensione (è alto quasi 3 metri) e rapisce lo sguardo, per la sua estrema semplicità e per un magnetismo che non so descrivere, ma commuove. Leggendo del  crocefisso, sono rimasta affascinata dalla storia: il Cristo fu scolpito in legno da Nicodemo, fariseo, discepolo notturno di Gesù, che raccolse il corpo dalla croce, lo avvolse nella Sindone e lo depose nel sepolcro. Ha pensato di imprimere nella sua memoria e consegnare l’immagine di Gesù così come lo aveva lasciato, ma una volta arrivato a scolpire il volto di Cristo, non riesce, si ferma e si addormenta. Al suo risveglio scopre che il volto di Gesù è stato completato da mano divina e per questo il Volto Santo di Lucca  è considerato un' immagine acheropita (non opera di mano umana).

Già qui ci sono tutti gli elementi per giustificare la sensazione davvero particolare che si prova stando davanti a questa opera; ma andando avanti con la storia di questa Croce la faccenda è ulteriormente sorprendente: alla fine del 700 d.c. la croce fu rinvenuta a Gerusalemme; in seguito ad una visione, un vescovo in pellegrinaggio, decise di mettere la scultura al riparo degli infedeli: per questo la imbarcò su una nave priva di equipaggio che attraversò miracolosamente incolume il mediterraneo, raggiungendo la costa toscana. Una volta approdata nel porto di Luni (città ora distrutta ma all’epoca vivace cittadina portuale) l’imbarcazione con il suo Crocefisso non si fece avvicinare né dai malintenzionati, né dai cittadini; unico capace di recuperare la barca e il suo prezioso carico fu il vescovo di Lucca che accorse avvertito da una apparizione angelica. Ovviamente tra la città di Lucca e la città di Luni fu guerra per accaparrarsi il sacro bastimento; per risolvere la questione venne deciso di caricare il crocefisso su un carro trainato da due buoi; saranno gli animali, esprimendo la volontà divina, a decidere in quale direzione portare la scultura; ecco così che il Volto Santo raggiunse Lucca.

Una delle cose che mi ha colpito ulteriormente, e che racconta il legame fortissimo tra il Volto Santo e i cittadini lucchesi, è che, nascosto nella porta della cattedrale, c’è un piccolo spioncino così che anche di notte, chi avesse voluto guardare il Volto Santo e pregare poteva farlo anche a cattedrale chiusa. È difficile raccontare l’emozione che si prova al cospetto di questa opera, ma spero di aver almeno fatto intendere che vale assolutamente un viaggio dedicato; Lucca, peraltro è una città molto bella, piena di botteghe storiche.

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